Categories: Riflessioni

Toccata e fuga a Modena

Mi hanno dato della turista dell’orrore, a ragion veduta. Mercoledì, dopo il terremoto, sono stata a Modena, ad accompagnare un’amica che aveva una visita di controllo proprio lì. Sei ore di viaggio in totale e la curiosità di vedere come la gente vivesse quanto accaduto, sperando che l’amica, non dovesse sorbirsi, oltre al male di salute, anche altre antipatiche conseguenze.

A lungo ho pensato se fare o no questo post, confidando che le scosse finissero. Beh, alla fine, come vedete ho deciso di sì. Per dimostrare che, nonostante la paura, la vita continua e che l’Emilia è veramente una terra splendida in questo triste giorno di lutto nazionale.

Escludendo poche strade transennate e i lavori sulla chiesa del Voto, dove è volata una palla di granito, fortunatamente senza conseguenze, Modena è una città ancora integra. Certo passando per Carpi, verso il Brennero, nei vecchi casali accanto all’autostrada si vede il vuoto lasciato dal terremoto. Tetti sfondati, che si sono ripiegati all’interno delle strutture e tutto intorno i numerosi furgoni delle troupe tv.

Il terremoto è il solo e unico discorso nelle voci della città. Il sonno sconnesso, la speranza che la scossa avvertita sia l’ultima e anziani che, al solo sentir tremare le sedute dell’ospedale, iniziano a sudare, con il cuore a mille e lasciano sbarrati gli occhi e l’animo anche di chi è solo di passaggio.

Pensare di viverci, beh, davvero dura. Oggi poi non c’è più il sole sulla provincia di Modena, ma tra i 31.5°C dell’altro giorno e il maltempo, credo sia difficile scegliere cosa preferire sotto una tenda.

Eppure Ciro Menotti guarda avanti, accanto alla meravigliosa accademia. E la gente qui fa altrettanto: lavora, non si tira indietro, non sta ad aspettare. A parte la bellezza dei portici, del municipio, ci sono i negozi storici, che sono proprio ancora come una volta e, all’indomani del forte sisma, erano tutti aperti.

Ne ho visitati due: la pasticceria San Biagio, dove meritano le splendide gelatine di frutta e le rose, brioche dannatamente soffici, dolci e morbide. Dentro impossibile non notare la foto del mitico Pavarotti, che contrasta con la mania da cupcakes, dolcetti americani, che onestamente alla torta di rose non hanno proprio nulla da invidiare.

Davanti all’accademia, invece, per sbocconcellare c’è l’osteria Giusti. Ha buoni vini al bicchiere, erbazzone, tramezzini, pizza e patatine per un aperitivo con i fiocchi, anche se non economico. Altra segnalazione culinaria, che non sono riuscita a fotografare, è Redipane, panetteria in franchising originale, ottimo per un pranzo veloce dietro l’accademia. In zona anche trattorie dove assaggiare pasta fresca e lasagne come si deve. L’Emilia è terra di arte, musica e eno-gastronomia. Speriamo che il terremoto non offuschi ancora a lungo tutto questo.

cucinaconrob

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