Spettrale quanto affascinante. La neve e il terreno lavico fanno un contrasto bianco e nero davvero eccezionale. E’ il versante sud dell’Etna, quello che vedete. Spazi incontaminati (o quasi, perché qualche pneumatico, scarpa, sacchetto abbandonato si trova sempre) e paesaggi che cambiano ogni 500 metri per fauna (poca) e flora. Poi vedi in lontananza il mare, uno specchio d’acqua che pare uno tzunami e che fatichi a vedere senza occhiali da sole per quanto luccica.
La cosa bella è veramente la natura, i crateri recenti, il fumo che emana la terra, la cosa un po’ triste quel che si trova in cima e che non ho fotografato: ressa, mega cartelloni turistici, parcheggio selvaggio e, in una parola, tanto, tanto, casino.
Dalla parte nord, rivolti verso Messina, dove, però, non sono stata, mia hanno detto ci siano, invece, i vigneti, le piste da sci e forse ancora qualcosa di più turistico. Non so se ho perso proprio qualcosa. Intanto ho assaggiato un vulcano, che mi mancava. Un giro, comunque, anche con i tempi stretti, come è stato nel mio caso, merita proprio per il paesaggio e si può fare in una mattinata e fare l’intermezzo mangereccio con due alici fritte (in foto sopra) a Taormina, come spiegato nel precedente post.
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